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Come dico sempre il modo più immediato per trovare la felicità è smettere di essere infelici. Concretamente significa che per stare bene non bisogna ricercare qualcosa che non abbiamo, ma eliminare qualcosa che è dentro di noi e causa sofferenza.
Il modo migliore per avvicinarsi alla felicità è quindi estirpare ciò che la allontana da noi. Occuparsi di ciò che la nega prima di ciò che la caratterizza.
Dunque, cosa ci tiene lontani da uno stato di pace interiore? Forse, alle nostre latitudini, viene normale pensare ad aspetti estremamente pratici come la mancanza di soldi o i problemi sul lavoro.
Secondo il Buddhismo, invece, esistono tre veleni che tengono lontano l’uomo dall’illuminazione. Ecco quali sono.
1. La cupidigia
Il primo dei veleni del Buddhismo è la cupidigia. È quel sentimento che ci spinge a desiderare sempre di più, anche se abbiamo già tutto ciò che ci serve. La cupidigia è un’avidità incontrollabile ed è ciò che allontana l’uomo dall’Illuminazione e da ogni forma di pace interiore.
Purtroppo, la nostra società è strutturata proprio per fare in modo che le persone siano vittime della cupidigia: fin dai primi anni di scuola ci viene insegnato che l’unica cosa è prevalere sugli altri e alla fine diventiamo schiavi della competitività.
In questo modo, quando abbiamo cento vogliamo mille e quando vogliamo mille vogliamo un milione. Anche quando avremo un milione vorremo qualcosa di più. Corriamo, corriamo e corriamo verso un traguardo che non raggiungeremo mai, perché non esiste. Non è altro che un’illusione.
Con questi presupposti, trovare la pace interiore diventa impossibile e l’unica soluzione è liberarsi da un eccessivo attaccamento alla materia. Sembra qualcosa di grande e drastico, ma stai tranquillo/a: non vuol dire per forza fare come i monaci buddhisti che si rasano barba e capelli per non avere alcun legame nemmeno con la loro immagine esteriore.
Mi sto avvicinando sempre piu’ al Minimalismo, una scelta che ti cambia la vita perché ti porta a smettere di voler sempre di più e ti invita a valorizzare ciò che hai, l’essenziale.
2. La rabbia
La rabbia è il secondo veleno dell’uomo. È un sentimento che fa parte della nostra essenza ma che dovrebbe venire fuori solo nei momenti di pericolo o quando dobbiamo difenderci perché ci sentiamo minacciati. In realtà, nelle nostre vite piene di comfort e sicurezze, la rabbia non dovrebbe nemmeno esistere.
Eppure ci arrabbiamo, ogni giorno, per delle stupidaggini, per delle questioni senza alcuna vera rilevanza. Questo sentimento negativo ci allontana da una qualsiasi forma di pace, perché la rabbia ne è proprio l’opposto. Nessuna persona illuminata può essere al tempo stesso arrabbiata.
Imparare a lasciare andare è un altro antico insegnamento che serve proprio a liberarsi del veleno della rabbia. La prossima volta che ti senti esplodere, fermati, conta fino a cinque, fai un bel respiro e chiediti se ne vale davvero la pena. La risposta è no, te lo assicuro. Perché il veleno della rabbia non lo sputi solo sugli altri, ma lo metti in circolo dentro di te.
«Sai qual è il modo più immediato per essere felici? Smettere di essere infelici! Ti dicono, fin da bambino, che sarai felice quando avrai qualcosa che ora non hai. Ti fanno venire voglia di cercare sempre un “più”: più soldi, più amici, più cose da sfoggiare, più risultati, più ambizioni. E il paradosso è che, per inseguire il “più”, la maggior parte delle persone vive di meno, perché, quando arriva a casa alla sera dopo una giornata tutta spesa a correre, non ha tempo ed energie per fare niente di ciò che ama. Se solo la gente si concentrasse sul “meno”… meno paure, meno tensione, meno dubbi, meno rabbia, meno sofferenza. Ecco quello di cui ognuno di noi ha bisogno. Non qualcosa in più, ma qualcosa in meno.»
3. L’ignoranza
Infine, l’ultimo dei tre veleni secondo il Buddhismo è l’ignoranza. L’ignoranza non è intesa come mancanza di cultura e istruzione ma come un atteggiamento nei confronti della vita: l’ignorante è colui che si rifiuta di capire e vive solo per soddisfare i suoi bisogni.
È chi vuole imporre le sue idee e rifiuta ogni tipo di confronto oppure è chi si convince di valere più degli altri o del Tutto di cui ogni forma vivente fa parte.
L’ignoranza è il contrario della conoscenza. L’ignorante non ha alcuna consapevolezza del mondo che lo circonda e spesso è schiavo di una mente che, come una scimmia impazzita urla e salta da una liana all’altra, è incontrollabile e salta da un pensiero all’altro. L’ignorante è colui o colei che crede di aver capito tutto, quando invece non ha compreso che la vita è una continua ricerca.
Intesa in questo senso, l‘ignoranza è il terzo veleno dell’uomo ed è ciò che più allontana l’Illuminazione. Essa, come si intuisce dal nome, è esattamente l’opposto e si raggiunge solo attraverso una costante ricerca.
Liberati dei tre veleni secondo il Buddhismo e troverai la pace
Solo allontanando cupidigia, rabbia e ignoranza ci si avvicina a una vita illuminata. E se pensi che sia un concetto troppo distante dalla concretezza della tua vita, ti assicuro che non è così. Fai una prova: cerca di vivere per una settimana allontanando o almeno arginando questi tre sentimenti e valuta il tuo stato emotivo.
Sarai sorpreso/a di scoprire quanta pace ti ha donato vivere senza i 3 veleni.
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